venerdì 27 maggio 2011

L'unica speranza.

L'unica speranza per me, sei tu.
Sali con me sulla Folgore, il nero capitano ci attende.
Ora o mai più. Uccidi qualcuno, salva qualcuno, sguaina la spada e dalle da bere, imbrattala col sangue di manigoldi e puttane, imbrattala col sudore del tuo sesso e della mia passione.
E i corsari del mare ci ripagheranno con dobloni d'oro e bottiglie di Rum, e l'amore delle sirene e dei marinai disertori. Fino a perderci nel tramonto, dove l'ultimo sole ci abbraccerà e ci abbandonerà alla luce della luna.

L'unica speranza per me, sei tu.
Corrodimi l'anima con la tua saliva e lecca ogni mia ferita, prima che il nero capitano ci ubriachi di sè nella sua cabina, tra lanterne e candele. Tra le luci delle fate.
Non aver paura di affogare, io affogherò con te. Sarai il mio orgasmo, il mio punto di non ritorno, mentre la Folgore continua il suo viaggio eterno tra gli oceani più oscuri e splendenti.
Tra le nostre anime perdute. Tra le lucciole e gli addii.

lunedì 23 maggio 2011

Ali.

Potrebbe piovere veleno, ed io non sentirei niente. Non me ne accorgerei neanche.
Potrebbe incendiarsi il mondo intero, ed io sarei ricoperto di ghiaccio, gelido ghiaccio perenne, proprio come quello che mi regali ogni giorno.
Potrebbe crollare il cielo sopra le teste di ogni essere umano, ed io mi sentirei libero. E fragile come una nuvola.
Potrebbero risorgere i corpi dei defunti, ed io correrei con loro, verso il sogno di nuove vite. E nuove morti.

Le ali del mondo sono troppo leggere per poterlo sostenere. Le ali del sole brucerebbero in un istante, senza neanche avere il tempo di cercare nuovi lidi sui cui poggiarsi.
Se questa notte è eterna, sono pronto a dormire per l'eternità. Con o senza te.
Le mie ali sono spezzate da tempo. E non guariscono, non si rigenerano più. Resterò sulla terra, per confondermi tra voi, per succhiare via le vostre vite, e adagiarmi tra le tue gambe, senza calore, senza amore, ma solo con un pò di nostalgia di ciò che poteva essere e non è mai stato.
Ci vediamo stasera, indossa una sciarpa, che fa freddo.

lunedì 16 maggio 2011

Succo di mela.

E i colori del freddo, che ci mangia i pensieri, sono tristi e sudati.
E i libri del tempo, che non ricordiamo più, sono ricoperti di polvere e malinconia.

Ci manca danzare, tra le strade e i ciottoli, accompagnati da una chitarra e da una fisarmonica, e dalla luce traballante di un vecchio lampione.
Ci manca sorridere, alle storie e alle filastrocche del vecchio barbuto e del suo whisky, seduto al solito tavolo del solito bar.
Ci manca volare, tra le foglie che cadono e i corvi che gracchiano, saltando tra i tetti di case antiche e diroccate, e intime e accoglienti.

Piango succo di mela e luci colorate.
Ricordi quel giorno alla mostra di Picasso? Mi dicesti "ti voglio" davanti al Guernica, che ci guardava con disprezzo e malanimo tra la folla, ma che, nonstante tutto, ci ha fatto da cornice.
Ricordi quella notte, tra le tue lenzuola rosse? Mi dicesti "sei mio", ed io mi addormentai sul tuo petto, ascoltando il tuo cuore martellarmi i timpani. Facendomi impazzire.
Ancora una volta mi sbagliavo.
Ancora una volta credevo di poter finalmente restare sobrio, invece sono ancora ubriaco di te. E me.

Guarda quella stella, lassù. E' tutto ciò che ci resta.

mercoledì 11 maggio 2011

Angoli di nuvole.

E' una giornata di sole meraviglioso, oggi.
Un caldo soffocante, ma che adoro.
Adorerei anche non essere invaso dalle forze del cielo, dall'universo intero.
Vorrei poter raggiungere l'arcobaleno, se solo ce ne fosse uno.
Ma non ci sono né arcobaleni, né miniere d'oro, né tantomeno astri celesti a proteggermi.
Ho abbandonato i miei sogni per fare spazio ai miei incubi.
Ho abbandonato il mio volto, per fare spazio alle mie maschere.
Portami ancora più sole, tu che puoi. Portami immense praterie e angoli di nuvole dove poter sbattere la testa.
Ma non dimenticarti del mio cuore. Portalo con te. Sempre. E non abbandonarlo.

venerdì 6 maggio 2011

L'uomo nero.

Siete tutti morti.
Fuori da questo mondo, dentro ad un altro.
Pioggia sottile, tagliente, brucia come fuoco sulla pelle.
Un mostro di smisurate dimensioni divora ogni albero, ogni edificio, ogni anima presente in paese.
Ha uno sguardo triste, perso nelle dimensioni, vuoto come un buco nero. E mangia, mangia, mangia.
Ingoia tutto ciò che incontra sulla sua strada, mentre la pioggia continua a cadere impetuosa, inarrestabile.

"Qualcuno lo fermi, per carità!"
No! Non osate fermarlo! Lasciate che finisca ciò che ha iniziato, lasciate che porti a termine la sua missione. Lasciate che ripulisca tutto per bene. Che faccia pure piazza pulita di ogni sozzeria e di ogni sudiciume presenti in questo mondo.
Guardate bambini, l'uomo nero è arrivato, finalmente, ora sì che potete aver davvero paura. E scappate, finchè siete in tempo, prima che divori anche voi.
L'uomo nero è arrivato, finalmente, richiamato dalla voglia di disperazione del genere umano. Richiamato dal suo dolore, dal suo egoismo. Dalla sua voglia di morte.

Preparatevi, perchè questa pioggia non cesserà, vi si scioglierà addosso come acido, finchè il mostro è in città.
Dov'è il vostro cuore, eh?
Dove sono le vostre paure, le vostre vergogne?!

martedì 3 maggio 2011

Luna.

Mah, sinceramente non esisto.
O almeno credo.
Il fatto è che l'altra notte, tra le strade di Londra, ho incontrato Elizabeth, e mi ha detto di stare in guardia, di tenermi a dovuta distanza dalla luna, perchè potrebbe cadere, frantumarsi sulla terra, rendendoci tutti ancora più lunatici di quel che già siamo.
Povera Elizabeth, avrebbe voluto abbracciarmi, ma ero fatto di polvere e illusioni, e a malapena riusciva a vedermi.

C'era fumo, quella notte, tanto fumo e luci soffuse e musica lontana.
E c'erano i ballerini dispersi di un circo fallito, e c'erano gli elefanti che bussavano ad ogni porta e ad ogni cancello chiedendo solo una tazza di té caldo per potersi riprendere un pò.
Quando Elizabeth mi ha detto addio, piangeva, ma le sue lacrime non toccavano terra, si fermavano a pochi centimetri dal suolo, dissolvendosi all'improvviso, quasi temessero di toccare l'asfalto bagnato, quasi temessero di sporcarsi.
Quel ponte, laggiù, ha cominciato a tremare, illuminato dal dolore e dalla gioia degli abitanti della città.
Quel ponte, laggiù, sta per crollare, perchè i suoi abitanti non hanno più bisogno di lui.

Le fate e i giardini di Kensington e gli acrobati bambini continuano a danzare e a baciarsi. Fino all'ultima notte, fino all'ultima goccia di vino.
Un ragazzo biondo e dagli occhi neri è venuto verso di me e mi ha chiesto un consiglio. Io gli ho dato un sorriso e lui mi ha detto che è stato il più bel consiglio che abbia mai ricevuto.
Credo si senta solo, perchè nel suo mondo non c'è più la luna. E' sparita molto tempo fa, rubata da una ragazza di nome Elizabeth.