martedì 28 giugno 2011

Umanità.

Uomini che si mescolano ad altri uomini, come i serpenti con la terra.
Sorrisi imbarazzati, sorrisi consumati al tavolo di un bar, alla cassa di un supermercato. Per sentirsi meno soli, meno vuoti.
Accenni di abbracci che fanno sperare in qualcosa in più, che fanno ricordare momenti passati, momenti trascorsi in vite precedenti.
Cuori che battono ed esplodono, per la mancanza di qualcuno o di qualcosa. Cuori che sanguinano e palpitano, per un amore mancato, per un amore sognato.
Vento che soffia tra palazzi diroccati, portando con sè memorie di antiche melodie dimenticate dal mondo, e che solo i gatti di strada, qualche volta, ricordano.
Donne che si legano i capelli, che si truccano e si mascherano per cercare di essere più appetibili, più donne, più forti.
Anime inquiete e fiori del male che appassiscono in una notte, nel disperato tentativo di emergere dal cemento nel quale si trovano.
Onde che si infrangono su scogli di cartapesta, che si sgretolano lasciando il posto al vuoto, al nulla.
Occhi che guardano in ogni direzione, ma che non riescono a vedere niente intorno a loro, ad eccezione di qualche povero pazzo seduto su un marciapiede di nuvola.
Pianoforti che suonano requiem e marce nuziali, senza essere ascoltati da nessuno.
Abiti da sposa ingialliti dal tempo e dallo spazio, dimenticati per sempre in un armadio polveroso ai confini dell'universo.
Baci scambiati al tramonto in riva al mare della misericordia, con passione e compassione, per sentire il fremito di un secondo, di un istante di magia.

Stasera le stelle chiedono aiuto, ma nessuno le ascolta, nessuno si prende cura di loro.
E muoiono e si spengono, in un'esplosione di luce e disperazione.
E di sogni irrealizzati.

giovedì 23 giugno 2011

Per mio padre.

Era con lui che vivevo davvero.
Ero con lui quando ho pianto per la prima volta.
Ero con lui quando ho riso per la prima volta.
Era lui che mi teneva tra le braccia, impaurito dalla mia fragilità, dalla mia innocenza.
Era lui che si arrabbiava, e si preoccupava, quando mi sbucciavo un ginocchio, quando sanguinavo.
Ero lui, quando mi guardavo allo specchio. E sono ancora lui, quando vedo i miei occhi riflessi nel nulla.
Era lui che mi faceva soffrire, che mi faceva gioire, e infuriare, e disperare, e pregare perchè la smettesse.
Era lui che mi faceva sentire piccolo, minuscolo come un granello di polvere.
Era lui che mi faceva sentire grande, immenso, potente come un eroe.
Ero con lui quando non sapevo cosa dire, dove andare, come vivere.
Ero con lui quando avevo bisogno di un aquilone per sentirmi libero, e per sentirmi legato a qualcuno.
Era lui che mi faceva tremare come una foglia al vento, quando vedevo il rosso nei suoi occhi.
Era lui che mi faceva sperare, ogni volta che mi portava con sè.
Era contro di lui che combattevo, ogni maledetto giorno della mia adolescenza, ogni maledetto istante della mia circostanza.
Era contro di lui che urlavo, quando mi faceva sentire fuori dal mondo, fuori da sè.
Era per lui che a volte, creavo idee folli e folli mondi nei quali richiamare le sue attenzioni, le sue benedizioni.
Erano per lui le mie lacrime, quando mi inebriava della sua ira, e della sua felicità.
Era lui che mi costringeva a stringergli la mano, quando stava per dissolversi e sparire nel vuoto.
Era per lui che piangevo, ed è per lui che piango tutt'ora. Era per lui che sorridevo, ed è per lui che sorrido ancora.
E' lui che ho odiato. Ma soprattutto, è lui che ho amato.
Ed era lui che nonostante tutto, mi faceva sentire vivo. E al sicuro.

domenica 19 giugno 2011

Guardo la luna, finchè c'è.

Ho bisogno di sangue.
Sangue misto a sudore che sgorga dal tuo corpo scolpito.
Ho bisogno di lacrime da assaporare, nella nebbia dei tuoi occhi che a stento riescono a piangere.
Ho bisogno del tuo respiro sul mio collo, come vento caldo del deserto. Del deserto che è dentro di te.
Ho bisogno della tua ferocia, con la quale mi hai strappato dal mondo dei figli di Adamo e mi hai mandato ad elemosinare vita e miracoli tra i comuni mortali.
Ho bisogno delle tue gambe, perchè le mie non mi sorreggono più.
Ho bisogno dei tuoi addii e dei tuoi "mi dispiace", che mi fanno sentire ancora più egoista di quel che sono.
Ho bisogno di un paio di occhiali da sole, per proteggermi dagli sguardi indiscreti e maliziosi dei ragazzi di strada.
Ho bisogno di musica ad alto volume, mentre succhi linfa vitale dal mio corpo deturpato.
Ho bisogno di ingoiare un pò di veleno, per uccidere le farfalle che ho nello stomaco.
Ho bisogno di stringerti la mano, mentre camminiamo fianco a fianco al limite del mondo. Tra gli anelli di Saturno.
Ho bisogno di guardare la luna, finchè c'è, per ricordarmi che vivo su questa terra.
Ho bisogno di perdermi con te nel mare della tolleranza e della ribellione.
Ho bisogno delle tue ansie e delle tue paure, per rendermi conto che non sono l'unico ad averne.
Ho bisogno di te, perchè altrimenti non sarei me stesso.
E di tanto in tanto, ho bisogno che tu mi uccida, per rinascere più forte e più vivo di prima.

venerdì 17 giugno 2011

Nonostante le tenebre.

Ammasso di puttane e bucanieri, di travestiti e pezzi di merda.
Crogiolo di senza anima e senza cervello. Brodaglia di vermi e viscidi insetti.
Mi sento morire, squagliato dal sole di luglio, sciolto sull'asfalto come melma e melassa.
Un universo caotico nel quale perdermi con te, che di me, in fondo, non è mai importato nulla.
Vicino alle anime dei deboli puoi trovare i corpi dei forti. E' un cielo viola, che ti illude e ti persuade, e sotto quel cielo ci sei tu, con i tuoi capelli neri e la tua camicia a quadri, con le tue dita affusolate e i tuoi sorrisi ingannevoli.
E i tuoi baci assassini.
Dovrei odiarti, farti perdere tra le strade dell'inferno.
Dovrei soffocarti, lasciarti esalare l'ultimo respiro tra le mie mani, stringerti il collo fino a non sentirti più vivere.
Eppure sono ancora qui, a chiedermi perchè non ci riesco, e perchè riesco ancora a vedere il sole in te, oltre le tenebre. Nonostante le tenebre.

La terra reclama i suoi morti, che sono usciti dai loro sepolcri per venire a cercarti.
Ed io reclamo i miei giorni, i miei mesi, i miei anni, passati ad inseguire l'illusione di un mondo con te, di un mondo di te. Dove l'universo stesso sembrava esser stato creato solo per noi.
Invece è ancora pieno di puttane e bucanieri, di travestiti e pezzi di merda, che si combattono a vicenda, e a turno cercano di distruggere tutto. E niente.
Vado a prendermi una birra ghiacciata, che ho bisogno di farmi girare un pò la testa.

mercoledì 15 giugno 2011

Colori.

Nero.
Per te e per me.
Per chi ancora crede che i gabbiani in volo siano solo illusioni sfuggenti.
Per tutti quelli che hanno sogni da realizzare nei cassetti del loro passato.
Per chi ha cambiato la propria vita con quella di qualcun altro.
Per chi non ha più un cuore da far battere.
Per chi ha perso le chiavi della propria anima, e ha trovato quelle della propria macchina.
Per chi uccide senza pietà, ma solo con un briciolo di commiserazione.

Bianco.
Per me e per te.
Per chi vola di notte con il ragazzo incantato.
Per chi trova una candela accesa persino tra i polmoni del buio.
Per tutti quelli che corrono e scappano, senza mai farsi prendere.
Per tutti quelli che amano il ghiaccio perchè è fresco, e non perchè è gelido.
Per chi suda, quando il suo cuore batte per qualcuno.
Per chi sogna quando guarda la luna.

Rosso.
Per noi due.
Che ci distruggiamo di passione, nonostante tutto, nonostante tutti.
Per chi freme sfiorando i seni della propria donna.
Per chi muore per avere ancora tra le labbra il sapore del proprio uomo.
Per tutti quelli che sentono il peccato quando vengono toccati. E lo amano.
Per coloro che bruciano d'amore. E d'odio.
Per coloro che mangiano fotografie di notte.
Per chi si perde e si disperde, tra il sangue ed il seme di uomini e donne. E di animali feroci.
Per te, che mi stritoli il cuore con un solo sguardo.
E per me, che non posso più farne a meno.