lunedì 14 novembre 2011

Vivere di passioni.

Vivere di passioni,
immensi dolori,
tremende gelosie.
E la consapevolezza dei sensi di colpa
e della perdita della ragione.
Vivere di contrasti e concerti,
dove musica sacra e profana si uniscono a formare una melodia di morte e resurrezione.
Un requiem di anime perdute.
Vivere a tratti, di bianco e di nero,
dove il sudore di una notte brilla come neve al sole. E si scioglie sulla pelle consumata dal sesso e dall'odore di semi e ghirlande.
Vivere per non morire.
Morire per non vivere.
La differenza è così sottile, impercettibile, che a volte ci rende la testa confusa,
e il cuore in frantumi.

Alle tre del mattino ti ho stretto tra le mie braccia bianche, nel buio più totale.
Nella sfacciata indifferenza degli astri, che a stento ci guardavano.
Chi si ricorderà di questa notte?
Chi si incanterà al suo ricordo?
Morire di passione,
immense emozioni,
tremendi nubifragi di sperma e succo di limone.
Eri tu che mi confondevi, e laceravi la mia voglia di vivere.
La mia sete di te.

domenica 6 novembre 2011

Aeroporti.

Per tornare nell'aldilà non c'è altra via che la solitudine.
Per tornare a fiorire non c'è altro modo che farsi abbracciare.
Ripeto a me stesso che gli aeroporti, in fondo, non sono altro che vie di transito, luoghi di passaggio per altri luoghi, cancelli dimensionali dello spazio-tempo. Ma in fondo al cuore so che non è così. In fondo al cuore so che ,in realtà, sono gli edifici più crudeli al mondo, dove si consumano gli addii più disperati, dove si versano lacrime e ci si sente impotenti.
Perchè ormai quel che è fatto, è fatto.

Guardare il mondo dall'alto non mi distrae affatto dal pensiero di te e me, nudi in quel letto, di te e me che passaggiamo mano nella mano, sotto i ciliegi in fiore, tra sentieri sconosciuti.
Guardare il mondo dall'alto è solo una tortura... secondo dopo secondo, attimo dopo attimo, mi fa rendere conto di quanto mi stia allontanando da te.
Da noi.
Ho voglia di sentirmi fragile e di lasciarmi andare... Ho voglia di ferirmi e di sanguinare, ho voglia di provare dolore, così, forse, riuscirò a non pensarti. Almeno per qualche attimo.

Avere a che fare col mondo intero, ormai è solo un'abitudine, una prassi che devo seguire e rispettare se non voglio impazzire, se voglio restare lucido.
Per poter essere di nuovo tuo.
Avere a che fare con il mio cuore, è tutta un'altra storia.
Non so neanche se ce la farà, il mio cuore, a sopportare tutto questo.
Tutto questo.