domenica 6 novembre 2011

Aeroporti.

Per tornare nell'aldilà non c'è altra via che la solitudine.
Per tornare a fiorire non c'è altro modo che farsi abbracciare.
Ripeto a me stesso che gli aeroporti, in fondo, non sono altro che vie di transito, luoghi di passaggio per altri luoghi, cancelli dimensionali dello spazio-tempo. Ma in fondo al cuore so che non è così. In fondo al cuore so che ,in realtà, sono gli edifici più crudeli al mondo, dove si consumano gli addii più disperati, dove si versano lacrime e ci si sente impotenti.
Perchè ormai quel che è fatto, è fatto.

Guardare il mondo dall'alto non mi distrae affatto dal pensiero di te e me, nudi in quel letto, di te e me che passaggiamo mano nella mano, sotto i ciliegi in fiore, tra sentieri sconosciuti.
Guardare il mondo dall'alto è solo una tortura... secondo dopo secondo, attimo dopo attimo, mi fa rendere conto di quanto mi stia allontanando da te.
Da noi.
Ho voglia di sentirmi fragile e di lasciarmi andare... Ho voglia di ferirmi e di sanguinare, ho voglia di provare dolore, così, forse, riuscirò a non pensarti. Almeno per qualche attimo.

Avere a che fare col mondo intero, ormai è solo un'abitudine, una prassi che devo seguire e rispettare se non voglio impazzire, se voglio restare lucido.
Per poter essere di nuovo tuo.
Avere a che fare con il mio cuore, è tutta un'altra storia.
Non so neanche se ce la farà, il mio cuore, a sopportare tutto questo.
Tutto questo.

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