domenica 19 agosto 2012

Mi manca qualcuno...

...mi manca qualcosa.
E se il giorno diventasse notte, per l'ennesima volta?
E se a cadere, stavolta, non fossero gli angeli, ma solo le loro ossa?

Alcuni giorni ho come la sensazione che il tempo non sia in orario.
Perchè se lo fosse, non arriverebbe in ritardo.

Tra poco parto. O tra poco resto.
Non lo so neanche io.
Ma comunque vada, anzi, dovunque vada, ci resterò per l'eternità, appena cinque minuti.

"Sai, Victor, a volte mi sembra di sognare.
A volte mi sembra di sognare te.
Ma non ne sono sicuro, forse è solo nebbia."

sabato 4 agosto 2012

Per A.

Eri tu, lassù.
Che mi aiutavi ad uccidere me stesso,
con quel tuo corpo dorato,
e i tuoi capelli d'inchiostro.
Mi hai fatto impazzire, perdere la ragione,
e mi hai donato ponti e gallerie
tra la mia anima e la tua.
Tra le mie ossa e le tue carezze.

Desidererei la tua gloria,
se solo potesse lavarmi da tutta questa polvere
che mi hai lasciato addosso.
Volevi il mare, e ti ho dato un oceano.
Volevi l'alba, e ti ho portato oltre l'atmosfera.
Mi hai aperto le porte della tua vita perfetta
e dopo appena poche ore,
un'eternità,
mi hai sbattuto fuori da tutto quel bagliore.
Da tutto il tuo splendore.

Il dio dei morti non ha più vita.
E le nuvole, non sfrecciano più sul mio cielo.
Sulla tua tomba.
Potrei arrivare da te,
potrei arrivare...
Ma morirei di nuovo.
E non me lo permetteresti mai. Neanche questo.
Per un solo istante. Per un solo attimo di brividi.
E di pazzia.

martedì 10 aprile 2012

Le metà non esistono.

"Le metà non esistono.
Esistono solo acquazzoni, nubi e farfalle.
A volte puoi vedere anche delle carrozze, quelle nere e dorate. Null'altro.
La pazzia è forse una costante nella mente di ogni essere umano?
O sono gli esseri umani ad essere la costante di ogni pazzia?

Vi fu un tempo dove cerbiatti ed elefanti vivevano insieme.
Vi fu un tempo dove le stelle eran più nere del petrolio.
Un tempo di disonestà e affetti mondani. Un tempo di incubi e benedizioni.


E' questa la mia mente, sporadica e intermittente. Vigile ed assente.
E' questa la mia follia, che riflessa in uno specchio si trasforma semplicemente in un aillof"


-Victor Crane-
(Madville)

lunedì 14 novembre 2011

Vivere di passioni.

Vivere di passioni,
immensi dolori,
tremende gelosie.
E la consapevolezza dei sensi di colpa
e della perdita della ragione.
Vivere di contrasti e concerti,
dove musica sacra e profana si uniscono a formare una melodia di morte e resurrezione.
Un requiem di anime perdute.
Vivere a tratti, di bianco e di nero,
dove il sudore di una notte brilla come neve al sole. E si scioglie sulla pelle consumata dal sesso e dall'odore di semi e ghirlande.
Vivere per non morire.
Morire per non vivere.
La differenza è così sottile, impercettibile, che a volte ci rende la testa confusa,
e il cuore in frantumi.

Alle tre del mattino ti ho stretto tra le mie braccia bianche, nel buio più totale.
Nella sfacciata indifferenza degli astri, che a stento ci guardavano.
Chi si ricorderà di questa notte?
Chi si incanterà al suo ricordo?
Morire di passione,
immense emozioni,
tremendi nubifragi di sperma e succo di limone.
Eri tu che mi confondevi, e laceravi la mia voglia di vivere.
La mia sete di te.

domenica 6 novembre 2011

Aeroporti.

Per tornare nell'aldilà non c'è altra via che la solitudine.
Per tornare a fiorire non c'è altro modo che farsi abbracciare.
Ripeto a me stesso che gli aeroporti, in fondo, non sono altro che vie di transito, luoghi di passaggio per altri luoghi, cancelli dimensionali dello spazio-tempo. Ma in fondo al cuore so che non è così. In fondo al cuore so che ,in realtà, sono gli edifici più crudeli al mondo, dove si consumano gli addii più disperati, dove si versano lacrime e ci si sente impotenti.
Perchè ormai quel che è fatto, è fatto.

Guardare il mondo dall'alto non mi distrae affatto dal pensiero di te e me, nudi in quel letto, di te e me che passaggiamo mano nella mano, sotto i ciliegi in fiore, tra sentieri sconosciuti.
Guardare il mondo dall'alto è solo una tortura... secondo dopo secondo, attimo dopo attimo, mi fa rendere conto di quanto mi stia allontanando da te.
Da noi.
Ho voglia di sentirmi fragile e di lasciarmi andare... Ho voglia di ferirmi e di sanguinare, ho voglia di provare dolore, così, forse, riuscirò a non pensarti. Almeno per qualche attimo.

Avere a che fare col mondo intero, ormai è solo un'abitudine, una prassi che devo seguire e rispettare se non voglio impazzire, se voglio restare lucido.
Per poter essere di nuovo tuo.
Avere a che fare con il mio cuore, è tutta un'altra storia.
Non so neanche se ce la farà, il mio cuore, a sopportare tutto questo.
Tutto questo.

domenica 30 ottobre 2011

Qui, come altrove, son perso.

Qui,
come altrove,
son perso.
Tra i tuoi sospiri,
tra le tue gioie,
e le tue ansie.

La mia terra promessa
è in ogni luogo
toccato da te,
attraversato
dalle tue gambe,
baciato dai tuoi occhi,
raso al suolo
dalla tua bellezza.

Di notte,
quando tutto tace,
e il tuo sonno
ti porta lontano
da me,
vedo le tue ali
aprirsi su di me
e sulla mia vita
che finisce
col canto degli angeli
e con i tuoi respiri.

Provo
a saltare giù,
provo
a non volare più,
provo
ma non ci riesco
perchè ho la sicurezza
dei tuoi sbagli,
dei tuoi
misteri.

E' vero
quando dico che prima
non ero niente.
Non mento
quando dico di credere ai miracoli.
Perchè tu,
e solo tu,
mi hai reso uomo,
tra milioni
di immortali.

giovedì 4 agosto 2011

Il re del mondo.

E mille palpitazioni.
E i tasti di un pianoforte che si muovono da soli, mentre guardo i suoi occhi, persi nella nebbia, che vibrano come perle sfiorate dalle onde del mare.
E il suo entusiasmo di fanciullo, mentre insegue le farfalle tra fiori colorati e pensieri di distruzione.Mi sento implodere ad un suo sguardo furtivo, al movimento dei suoi capelli al vento.
E i suoi capelli ricci e biondi, che riflettono i raggi di un sole ingiusto, malvagio.
E il suo corpo perfetto, il suo petto liscio e scolpito, che prende forma tra i miei pensieri e le mie perversioni.
E' tutto come un inizio, niente prende ancora polvere, è tutto ancora da esplorare, da scoprire. Da assaporare.
Le sue labbra rosa, con gli angoli un pò all'insù, che chiedono solo di essere baciate dalla rugiada della notte.
E le sue assenze, la sua capacità di non farsi trovare, mentre il nostro intero mondo si chiede dove sia volato via, stavolta. In quale nido sia andato a posarsi.
E i suoi trenta minuti, chiuso nel bagno della scuola con il suo giocattolo di turno, di cui si stuferà presto. Di cui forse si è già stancato.
Le sue braccia sottili e forti allo stesso tempo, che muove teatricamente mentre suona un notturno al piano. Quelle sue braccia, che vorrei usare come rimedio alla mia solitudine.
E i suoi silenzi, che nel mio cuore sembrano durare un'eternità, nei quali si allontana dal mondo conosciuto per riprendere aria. Per riprendere vita.
E i suoi piedi, i suoi bellissimi piedi che fa luccicare sulla spiaggia d'estate, come due piccole isole deserte in mezzo all'oceano della mia esistenza.
La sua voce, che mi apre sul petto infinite finestre su infinite città, su infiniti paesaggi.
La sua voce che mi chiama in sogno. E i miei incubi che diventano realtà, quando apro gli occhi e vedo lui, in fondo al corridoio, tra i suoi sudditi, a dominare sul mondo intero.
Domina anche me, te ne prego, e non lasciarmi qui, impiccato ai tuoi ricordi.
Hai sentito il terremoto? E' qui, dentro di me...