martedì 3 maggio 2011

Luna.

Mah, sinceramente non esisto.
O almeno credo.
Il fatto è che l'altra notte, tra le strade di Londra, ho incontrato Elizabeth, e mi ha detto di stare in guardia, di tenermi a dovuta distanza dalla luna, perchè potrebbe cadere, frantumarsi sulla terra, rendendoci tutti ancora più lunatici di quel che già siamo.
Povera Elizabeth, avrebbe voluto abbracciarmi, ma ero fatto di polvere e illusioni, e a malapena riusciva a vedermi.

C'era fumo, quella notte, tanto fumo e luci soffuse e musica lontana.
E c'erano i ballerini dispersi di un circo fallito, e c'erano gli elefanti che bussavano ad ogni porta e ad ogni cancello chiedendo solo una tazza di té caldo per potersi riprendere un pò.
Quando Elizabeth mi ha detto addio, piangeva, ma le sue lacrime non toccavano terra, si fermavano a pochi centimetri dal suolo, dissolvendosi all'improvviso, quasi temessero di toccare l'asfalto bagnato, quasi temessero di sporcarsi.
Quel ponte, laggiù, ha cominciato a tremare, illuminato dal dolore e dalla gioia degli abitanti della città.
Quel ponte, laggiù, sta per crollare, perchè i suoi abitanti non hanno più bisogno di lui.

Le fate e i giardini di Kensington e gli acrobati bambini continuano a danzare e a baciarsi. Fino all'ultima notte, fino all'ultima goccia di vino.
Un ragazzo biondo e dagli occhi neri è venuto verso di me e mi ha chiesto un consiglio. Io gli ho dato un sorriso e lui mi ha detto che è stato il più bel consiglio che abbia mai ricevuto.
Credo si senta solo, perchè nel suo mondo non c'è più la luna. E' sparita molto tempo fa, rubata da una ragazza di nome Elizabeth.

2 commenti:

Il Bianconiglio ha detto...

Bellissimo <3

P. ha detto...

Grazie :)